“A quel punto Casagemas le ha sparato senza però colpirla.”
Dal verbale del Commissario intervenuto nella vineria del 128 boulevard de Clichy, a Parigi (2)
Ti trovi su The Raven Cat, un angolo di storie dedicato alle curiosità e alle emozioni, moderne e antiche, di tutti noi. Puoi leggere QUI la prima parte su Picasso.
Sul suo documento di identità francese era rimarcata a caratteri grossi la dicitura: straniero. Tale status sociale gli rimarrà appiccicato addosso, mentre viveva in Francia, fino a tarda età.
Vi consiglio il libro da cui ho tratto le testimonianze e le citazioni di questo articolo: “Picasso. Una vita da straniero”, di Annie Cohen-Solal, Marsiglio editore (2024).
Colpo di rivoltella
Carlos Casagemas e Picasso: due giovani artisti, e grandi amici. Si erano incontrati a Barcellona a inizio carriera. Insieme, nel 1900, avevano deciso di trasferirsi a Parigi, dove condivisero una stanza adibita a studio e ad abitazione. Strinsero inoltre una rete di solidarietà, e legami, all’interno della comunità formata da stranieri.
“Il Commissario annota: il 17 febbraio (1901) verso le 9 della sera, nella vineria del 128 boulevard de Clichy, il Casagemas ha sparato un colpo di rivoltella alla Signora Florentin […] ma non l’ha colpita. Ha poi puntato l’arma verso di sé e si è sparato un colpo di rivoltella alla tempia destra. Trasportato […] all’ospedale Bichat nella vettura […] guidata dal vetturino Becker Michel […] accompagnato dall’agente Prat […] è deceduto nel letto d’ospedale il giorno stesso verso le ore 11.30 della sera. Era innamorato della Signora Gargallo Laure in Florentin, di anni 20, la quale non era la sua amante. […] Finita la cena (Casagemas) avrebbe consegnato un plico di lettere alla Signora Florentin pregandola di leggerle. La donna, impaurita, si è allontanata. A quel punto Casagemas le ha sparato senza però colpirla. Convinto di averla uccisa, si è sparato un colpo alla tempia destra […]. La corsa del vetturino Becker non è stata pagata.” (2)
Quando Casagemas morì, Picasso si trovava momentaneamente in Spagna. Al ritorno, inizierà il suo periodo blu, per lui il colore spirituale della perdita, della melanconia e della solitudine
Un forte pugno in pieno volto all’agente Moncoyoux
1900. Pedro Mañach, un industriale di origine catalana, interessato al mondo della pittura, s’innamora dell’opera di Picasso e, in cambio di una rendita mensile di 150 franchi, instaura con lui un contratto di esclusiva inerente la vendita delle opere. Quel compenso permise al giovane artista di provvedere ai suoi bisogni primari, e di conoscere uno dei suoi futuri mercanti d’arte: Berthe Weill.
Dai verbali della Polizia di Pré-Saint_Gervais. 28 dicembre 1900, 49 rue Garielle. Pedro Mañach: aggressione aggravata, violazione di recinzione privata e oltraggio a pubblico ufficiale:
“Verso le 3 si è presentato e ha cercato di entrare a forza nel vano suddetto (la stanza studio di Picasso), ha spezzato il lucchetto e se ne stava andando con un quadro (di Picasso) quando è stato fermato; allora ha spaccato un ombrello e ha rotto i vetri e s’è gettato sul portinaio percuotendolo, prendendosela con i vari inquilini accorsi a prestare soccorso. Ha sferrato un forte pugno in pieno volto all’agente Moncoyoux. Ha inoltre insultato gli agenti chiamandoli maiali” (3)
To be continued…
The Raven Cat, un angolo di storie dedicato alle curiosità e alle emozioni, moderne e antiche, di tutti noi.
A sabato prossimo. Sempre qui. Dalle 10 in poi.
Gio
Se vuoi scrivermi, raccontarmi o segnalarmi una storia: schiele.gm@gmail.com
Fonti tratte dal volume ‘Picasso. Una vita da straniero’, di Annie Cohen-Solal, Marsiglio editore (2024).:
"La corsa del vetturino Becker non è stata pagata"
fantastico
i verbali di polizia si permettono tocchi di questo genere
oooooh tutta una settima di attesa, nooo!
(ottima lettura)