A Torino, presso il Museo Mastio della Cittadella, dal 5.10.2024 al 16.02.2025, è possibile visitare la mostra Beyond Alien: H.R. Giger, la prima retrospettiva italiana dedicata a Hans Ruedi Giger il papà di Alien.
Buona lettura
L’amata Li
Incubi inconsci, simili a premonizioni, si innestano biomeccanicamente nel midollo vitale come infinite colonne vertebrali, non c’è via di fuga, è un loop infinito. Nelle opere di Giger ci addentriamo in una foresta simbolica impenetrabile, noi la respingiamo e al contempo essa ci respinge. Ci affascina perché è capace di metterci di fronte a una parte oscura universale, priva di censure. E così il serpente striscia dalla fronte di Li facendola piangere lacrime segrete, nascoste alla luce del quotidiano grazie alla sua maschera di bellezza e giovinezza.
Li Tobler e Giger si conobbero nel 1966. Entrambi studiavano presso lo studio teatrale Rellstab a Zurigo. In seguito lei proseguì la sua carriera come modella e attrice, lui divenne un famoso pittore. Fu la compagna di Giger fino al 1975, l’anno in cui si suicidò. Aveva 27 anni.
I pozzi
Nel 1966 Giger, ispirato dai suoi incubi, disegna una serie di quadri sul tema dei pozzi.
I protagonisti dei dipinti sono dei precipizi che si aprono direttamente sull’abisso della mente, oggetto di incubi e accessibili solo attraverso delle scale impervie. Nel fondo del nulla, creature simboliche si muovono nello spazio occupato dal pensiero cupo. Vorremmo allontanarle queste paure ma siamo noi a produrle, fanno parte della nostra immaginazione anche se le disconosciamo.
“Nelle scale della casa dei miei genitori c’è una finestra misteriosa, che dà sui locali dell’abitazione vicina alla nostra in cui si trova l’hotel Drei Könige, che è sempre coperta da una sinistra tenda marrone. Nei miei sogni, o nelle mie peregrinazioni notturne, questa finestra era aperta e io vedevo pozzi enormi e profondissimi, immersi in una luce fioca e giallastra. Sulle pareti delle scale in legno ripide, pericolose, senza ringhiera, conducevano in queste voragini abissali. Da quando disegno queste voragini immaginarie, la finestra dei sogni rimane definitivamente chiusa.”
Giger, tratto dal libro HR Giger ARh+
Giger morirà a 74 anni, in ospedale, per le complicanze dovute a una caduta da una rampa di scale.
Nascere
“Chiesi a mia madre com’era stata la mia nascita. Si ricordava che volevo sempre uscire ma per molto tempo non ci riuscii. Così l’oggetto di Passaggio I ha la forma di una graffa che mi serrò il cammino nel mondo. Sarà stato probabilmente la parte di un forcipe. Che orrore!”
Giger, tratto dal libro HR Giger ARh+
Nei quadri successivi Giger inserì elementi erotico-meccanici dopo aver notato, a Colonia (Germania), i netturbini raccogliere la spazzatura e gettarla nell’apposito camion attrezzato. Usò la pittura psichedelica (così la definiva) per:
“Imporre a questo oggetto tutte le realtà possibili.”
Giger, tratto dal libro HR Giger ARh+
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