“L’elemento più violento nella nostra società è l’ignoranza.”
Emma Goldman
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L’ignorante vive beato, l’intelligente si agita e soffre, così amiamo dire. Io non ci credo veramente, secondo me il vuoto della conoscenza rimpicciolisce il mondo attorno a noi, emozioni comprese, e se usato a fini propagandistici può innescare pericolosi consensi.
Angélique salvò tantissime donne, bambini e bambine, recandosi soprattutto nelle campagne a insegnare alle levatrici le tecniche mediche professionali. Portò loro la conoscenza e si scontrò con la falsa ideologia e l’ignoranza.
Angélique du Coudray fu la prima donna autorizzata a insegnare, in pubblico, l’arte del parto. E rese il suo metodo replicabile, sistematico.
Nacque nel 1712 a Clermont-Ferrand, in Alvernia. Angélique fu, nel 1754, la prima ostetrica a inoltrarsi nelle zone rurali della sua regione di provenienza, l’Alvernia francese, per insegnare alle levatrici come gestire le partorienti. Per 25 anni attraversò la Francia e, si stima, formò più di 5.000 ostetriche.
Inventò, come supporto pedagogico, la Machine de Madame Du Coudray, facile da smontare, leggera, trasportabile, per permettere alle allieve di fare pratica nell’assistenza alla nascita e conoscere anche i problemi relativi a questa delicata fase.
XVIII secolo. “200.000 bambini all’anno! La Francia rimarrà senza giovani!”, così gridava un prete di campagna totalmente inascoltato dal potere materiale. Probabilmente esagerava coi numeri, tanta era la sua necessità di essere considerato.
I parroci erano il fulcro della vita comunitaria. Amministravano i sacramenti, redigevano i registri dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali, aiutavano moralmente i poveri in cerca di consigli. Si sentivano parte del cuore del popolo, mangiavano assieme a loro e venivano sepolti sotto la stessa terra.
Quando una donna era in procinto di partorire, si chiamava la levatrice. Le levatrici erano figlie di chi praticava lo stesso mestiere. Analfabete, imparavano attraverso la trasmissione orale. I rimedi nel caso di parti problematici erano pratici, come il far saltare la donna su e giù, oppure il farle bere degli intrugli in grado di causare vomito o diarrea. A causa di superstizioni, della mancanza di nozioni mediche, i bambini subivano danni irreversibili, a volte letali, e le madri morivano.
Angélique du Coudray voleva migliorare la società, prima di tutto pensava alle condizioni delle futuri madri che abitavano nelle zone emarginate. Si fece opportunamente appellare Signora, anche se non era ancora sposata, per riuscire a esercitare come insegnante, a titolo gratuito, in lungo e in largo per la Francia. Non mollò mai, nonostante la salute compromessa dalla gotta e dall’obesità. Riuscì anche a far aprire diverse case della maternità in numerose grandi città.
Nel 1759, Re Luigi XV le concesse uno speciale brevetto per permetterle di insegnare in tutto il Regno e, nel 1768, una pensione annuale di 8.000 sterline, infine l’autorizzazione a rilasciare degli attestati alle sue allieve.
Era l’anno 1773 quando creò un manuale per le levatrici, semplice e ricco di illustrazioni, adatto a chi non era capace di leggere. Si intitolava: Compendio dell’arte del parto.
Nel 1789, con l’arrivo della Rivoluzione Francese, Angélique du Coudray perse la pensione annuale di 8.000 sterline. Preparò allora una relazione, dove raccontava come aveva contribuito a salvare madri, figlie e figli, da malattie e morte, voleva presentarla all’Assemblea Nazionale per riavere la sua rendita economica e continuare a insegnare alle levatrici.
Un medico famoso a Parigi, di nome Alphonse Leroy, raccolse attorno a se le voci degli altri dottori, contrari al lavoro femminile delle ostetriche, e si mise a urlare forte contro le ragioni di Angélique: “Volete dare retta a una donna non sposata che insegna i parti con una bambola!”
Chi era Alphonse Leroy?
Voleva fare l’avvocato ma rimase folgorato dall’alone di stima diffuso nel suo paese natale, Rouen, nei confronti del compaesano chirurgo Claude-Nicolas Lecat. Lasciò così gli studi di giurisprudenza e divenne medico.
Leroy era abilissimo a usare la conoscenza per diffondere l’ignoranza! Parlava agli accademici, o al popolo, in modo diretto, semplice. In un periodo di aumento della gotta, consigliava la carne come alimento principale. Si occupava di malattie dei bambini, delle bambine e delle donne, e si opponeva ai vaccini. Nelle discussioni accademiche, si agitava quando gli altri parlavano troppo e tappava la bocca ai suoi avversari usando grandi metafore. Un suo discorso poteva durare oltre il tollerabile. Riusciva a negare l’evidenza traboccando tracotanza.
Si attribuì il merito dell’invenzione di una delicata operazione di sinfiosiotomia pubica, dopo averla eseguita sotto la direzione del suo reale ideatore, il chirurgo Jean-René Sigault. Fu inoltre un accanito sostenitore della nauscopia: secondo Étienne Bottineau era possibile prevedere, due o quattro giorni prima del loro apparire all’orizzonte, l’arrivo delle navi grazie a un preciso metodo di osservazione. Bastava saper guardare bene, con metodo, il mare…
Alphonse Leroy purtroppo contribuì a convincere l’Assemblea Nazionale a ignorare le richieste di Angélique.
Angélique du Coudray morirà nell’aprile 1794 a Bordeaux, dove viveva in povertà, anche a causa del periodo rivoluzionario del Terrore, e sola in casa perché la nipote e il marito erano assenti.
Alphonse Leroy sopravvisse al periodo rivoluzionario. Fu assassinato il 15 gennaio 1816 da un suo ex domestico. Lo aveva licenziato qualche giorno prima, con i suoi modi tutto impeto e arroganza.
Grazie a Tatiana per avermi segnalato questa storia.
A sabato prossimo. Sempre qui. Sempre dalle 10 in poi.
Gio
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