Il poeta dei temporali
Oggi la rabbia mi ha portato a Latina dove, a causa dell’egoismo di un padrone, è stato ucciso Satnam Singh. Tutto ciò che so fare è scrivere, dunque questo è un piccolo contributo per diffondere la consapevolezza di dove cercare la verità, perché il mondo contemporaneo tende a cancellare la realtà a favore delle narrazioni dei potenti, degli spaventati e dei dispersi.
About me
Scrivo storie perché amo il tempo universale, quello delle emozioni poiché appartiene a tutti noi. Mi lascio ispirare dalle vite attorno a me, anche da quelle del passato. Possiamo essere l’uno per l’altro come degli specchi dove ritrovarci.
Questo post è gratuito ma il tuo supporto è importante per me, costituisce una forma di apprezzamento e gratitudine perciò, se vuoi sostenermi, iscriviti a The Raven Cat (usando il pulsante Iscriviti) oppure, se ti fa piacere, offrimi un caffè o delle crocchette per Max & Agatha!
Grazie! I miei gatti trasformeranno comunque il caffè in crocchette!
La tenevo d’occhio. Sempre. Io c’ero per lei, nonostante il sudore capace di corrodere la polvere di terra sulla pelle. Era come se le molecole scoppiassero e il prurito mi invadesse l’intero corpo, dai piedi ai capelli, dalle scarpe rotte alla cute ostruita di sporco. Avevamo una sete eterna e io le allungavo l’acqua appena potevo, c’ero quando le serviva qualcosa da mangiare e, magari, anche per un sorriso, anche se ero distrutto.
Lo penso ancora, lo sento nelle narici, certa frutta ha proprio un buon odore ma noi non potevamo toccarla. C’è una catena di comando, se non la rispettavi perdevi 3,5 euro all’ora.
Da ragazzo, ho raccolto un libro alla stazione, aveva diverse pagine macchiate al centro, alcune erano state strappate via. La parte intonsa mi ha restituito la magia del suo autore. Ricordo ancora a memoria alcune strofe di una poesia:
“L’aria ansima il male del mondo. Lo trattiene.
Lo vuole divorare ma deve lasciarlo cadere nel vuoto immanente.
Noi inspiriamo quel malessere e il cuore salta un battito,
come una melodia stroncata di colpo.
E l’aria si dilata fino a diventare pioggia.“.
Chi l’aveva scritto? Secondo alcune dicerie un saggio monaco, per altri era stato un viaggiatore sconosciuto, forse di una casta nobiliare. Da allora i temporali per me hanno avuto un significato del tutto diverso: ci restituiscono il male che abbiamo nascosto, un pianto fragoroso, incessante, esplodono in un grido disumano. Eppure l’acqua nutre la terra, grazie a essa nasce la frutta e può diventare dolcissima.
Io la tenevo d’occhio perché bisogna assumersi le proprie responsabilità, perché scusarsi è un atto di giustizia.
Potrà mai perdonarmi? Ho sbagliato, dovevo stare attento, non dovevo dargli retta ma piuttosto farmi picchiare! Tanto avrei perso solo 3,5 euro.
Quando lavori quattordici ore nell’afa, senza riposo fra un turno e il successivo, ci sono delle sostanze in grado di farti tornare sui campi agricoli ancora e ancora. Ecco, dovevamo pagare anche quelle.
Lo stesso poeta della pioggia, così mi avevano raccontato al paese natale, di colpo aveva smesso di comporre, vendeva piccoli oggetti alla stazione indiana di Chandigarh. Con chi gli chiedeva di scrivere il proprio nome, fingeva di essere analfabeta, se qualcuno gli parlava, lui chinava la testa, si negava. Aveva scelto il vuoto per colpa dell’indifferenza dell’uomo verso i soprusi.
La tenevo d’occhio. Sempre. Nonostante il sudore, il prurito, il dolore ai muscoli, la voglia di scappare. E adesso chi lo farà? Eravamo sposati in quei campi, in due sempre e comunque. Ora ci provo, le sussurro scusa per averla lasciata di colpo, proprio mentre era spaventata.
Vi prego, datele questa pagina strappate per me:
“Pioverà moglie mia, vedrai accadrà presto, l’aria sta esplodendo per il fragore. Nessun cielo può divorare l’arroganza delle parole del male.”
É giusto, cadranno fulmini sotto la forma di grandine per farvi riposare, lavoratori senza diritti, sangue della terra, stenderete i vostri muscoli tesi, almeno per qualche ora.
Ditele di ascoltare, di leggere il rumore della pioggia e di pensarmi. Sarò per lei la risorsa pregiata, l’acqua limpida. Se il sole si specchierà nel riflesso di noi, potremmo quasi toccarci di nuovo, ancora una volta sposi come carne e spirito, così noi non avremo limiti mentre lui, il padrone, se ne starà tutto solo nel vuoto perché lì, giù nell’abisso, nella sua strada ingorda di egoismo, nella sua incapacità di chinare la testa di fronte alla vergogna, lì ha scelto di non chiedere scusa e in quell’abisso fa decantare il male.
Dedicato a Satnam Singh
The Raven Cat è gratuito. Se vi piacciono i contenuti che fornisco potete iscrivervi alla mia newsletter (sarete aggiornati via email sui nuovi articoli):
Oppure semplicemente fare una donazione una tantum usando il pulsante:
Il tuo supporto è importante per me, è una forma di apprezzamento e gratitudine. Grazie! I miei gatti trasformeranno il caffè il crocchette!